Sosteniamo la lotta ai tumori: “Race for the cure 2017”
21 Apr 2022 - Salute e benessere

Domenica 21 maggio 2017 ho partecipato alla corsa di 5 km per la salute della Race for the Cure evento simbolo della Susan G. Komen Italia, l’organizzazione in prima linea nella lotta ai tumori del seno su tutto il territorio nazionale e basata sul volontariato.
“Sono convinto che sport e salute sono ormai due aspetti imprescindibili, e in qualità di professionista del fitness mi sento molto coinvolto in questa iniziativa”. Ed insieme a tutto il gruppo Heaven ho partecipato con entusiasmo ed una squadra di 155 corridori per partecipare con entusiasmo ai 5 km di maratona competitiva e non competitiva e alla camminata di 2 km, per le persone che non possono sostenere il percorso più lungo.
Tutti insieme per portare avanti i valori dello sport all’insegna del benessere nella splendida cornice di Roma.
Infatti, l’importanza di coinvolgere più persone possibili nella cura del proprio corpo per la forma fisica e il benessere sono direttamente legati agli aspetti della salute, come lo è per questa manifestazione che dal 19 al 21 maggio invita al Circo Massimo il pubblico in una tre giorni con diverse iniziative dedicate a salute, sport, benessere e solidarietà!
La caratteristica principale dell’evento è la presenza delle “Donne in Rosa”, donne che hanno affrontato personalmente il tumore del seno e che, per dimostrare un atteggiamento positivo con cui si confrontano con la malattia, scelgono di rendersi intenzionalmente visibili indossando una maglietta e un cappellino rosa. E, come ogni anno, l’appuntamento culmina la domenica con la tradizionale corsa di 5 km alla quale ho partecipato.
“Durante il mio percorso professionale ho scoperto che ci sono delle attività di gruppo in cui il sociale e la coordinazione vanno a braccetto. Spesso non si considera che il Trainer è una figura che può essere fondamentale nella vita della gente comune, di come saper distribuire pillole di fitness o sport che diventa un toccasana per il benessere.
Riuscire a creare il senso di aggregazione di una squadra, capace di lottare per un obiettivo, è un aspetto fondamentale all’interno di questa manifestazione come anche per il mio lavoro. E mi sento coinvolto anche più personalmente in questa sfida, da bambino ero obeso e quando provai a fare un po’ di sport trovai un ambiente poco amichevole che non mi aiutò a integrarmi, a unirmi agli altri per raggiungere il mio obiettivo.
L’impegno dei partecipanti è, infatti, quello di terminare la maratona per sostenere la ricerca scientifica per abbattere nuove frontiere e portare conoscenza a tutti noi.
Per questo sono felice di aver dato il mio personale supporto alla Race for the cure (come ho sottolineato per Sportfair): si tratta di una nobile iniziativa che merita di essere supportata con grande impegno da tutte le persone che amano lo sport e che curano, o hanno curato, la malattia del tumore al seno.
La ricerca merita di andare avanti con tutto il nostro sostegno per rendere migliore il nostro futuro e quello dei nostri cari. Non si tratta di una semplice beneficenza. Prepararsi a correre per una piccola maratona ha una duplice funzione quella di allenare tutti i partecipanti a scoprire il piacere di muoversi e, al tempo stesso, di ascoltare il proprio respiro e le proprie emozioni.”
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